Questa sera e domani alle 21.00 su Sky Cinema 1 va in onda Nel nome del Male, la miniserie prodotta da Sky in HD (prima volta con la HD Red), diretta da Alex Infascelli, che esplora il mondo delle sette sataniche attraverso gli occhi di un padre, interpretato da Fabrizio Bentivoglio, alla ricerca del proprio figlio.
Il tema trattato, che si distacca notevolmente dalle classiche storie della fiction italiana, è di scottante attualità: in 35 anni in Italia sono scompare più di 20000 persone e di questi 9.000 erano sotto i 18 anni; negli ultimi 3 anni ci sono state oltre 400 vittime di sette di vario genere.
Nella fiction, accanto a Fabrizio Bentivoglio, all’esordio come attore di una storia per la tv, troviamo Michela Cescon, Alessandra Agosti, Vitaliano Trevisan, Pierpaolo Spollon e Davide Lorino.
La storia. In una cittadina del Nordest, non lontana da Trieste, l’industriale Giovanni Baldassi (Bentivoglio) vive insieme alla moglie Lucia (Cescon), molto legata alla fede cattolica e ai due figli Valentina, una bambina sveglia e inquieta, e Matteo (Spollon), un adolescente cupo, che ha una particolare fascinazione per gli animaletti morti. Un giorno Matteo dice di andare a studiare nella biblioteca scolastica con il suo amico Stefano, ma non torna più a casa.
Il padre inizialmente pensa ad una fuga adolescenziale, ma conoscendo Anna Nodali (Agosti), la madre di un’altra ragazza scomparsa, che gli parla di una setta satanica, indaga in questa direzione (chiedendo agli amici e leggendo le mail) e scopre che Matteo è entrato nel giro di un gruppo di satanisti.
Mentre le indagini del giovane agente Andrea Savino danno fastidio a qualcuno all’interno della setta, quelle di Giovanni creano imbarazzo nella moglie, che decide di cacciarlo di casa, visto che ha sporcato il buon nome della famiglia. L’uomo disperato e solo, non si arrende e decide di ritrovare ad ogni costo il figlio irretito dalle promesse della setta.
Parlando del suo personaggio, Fabrizio Bentivoglio ha detto:
Divido il mio personaggio in tre parti: l’imprenditore di provincia che ha tutto: famiglia, denaro, casa, automobile; il padre, che si rende conto di non aver mai capito il figlio e si chiede dove ha sbagliato e, infine, il Baldassi che subisce le conseguenze di questa vicenda. Il mio ha gli occhiali perché non vuole vedere quello che gli succede attorno, Ma quando il figlio scompare è come se gli occhiali si rompessero ed è costretto a fare i conti con la realtà. Questo lo porta anche a ricongiungersi con il padre che ha origini contadine, quelle origini che aveva rifiutato nel momento in cui riesce facilmente a fare soldi. E poi ce ne sarebbe un quarto che si scopre alla fine della vicenda.
Alex Infascelli parlando della fiction ha detto:
C’è stata una grande empatia e sintonia con Fabrizio Bentivoglio. Ci siamo talmente piaciuti che siamo andati al di là della sceneggiatura creando una scena direttamente sul set. E’ una scena apparentemente inutile, slegata. Bentivoglio sale e scende da un gradino all’interno della sua industria. Un gesto quotidiano che avviene mentre si consuma la tragedia del figlio che entra nella sette satanica. A dimostrazione che è sempre durante il quotidiano che si consuma il drama.
Se volete conoscere una realtà poco raccontata, se volete vivere un dramma familiare dalle tinte cupe, non perdetevi Nel nome del male, stasera e domani su Sky Cinema 1.